sabato 2 maggio 2009

SONO ANDATA DA EMA


UN GIRINO CHE VUOLE DIVENTARE FARFALLA
E’ veramente difficile spiegarvi a parole cosa ho provato oggi quando ho visto Emanuele, perché i sentimenti, per capirli, bisogna viverli e non raccontarli.
Dall’ascensore vedo un bimbo che dorme, ma appena si apre la porta lui si sveglia come se mi stesse aspettando, come se sentisse che eravamo li per lui.
Lo accarezzo piano, lo bacio, delicatamente perche mi sembra di romperlo, lui sorride, sembra contento della nostra presenza.
I medici dicono che Emanuele sia in coma, io non me ne intendo, ma sento il soffio della vita pulsare dentro di lui, mi viene da paragonarlo a un girino che vuole diventare farfalla ma per qualche strano motivo non gli spuntano le ali, o come un pulcino che vuole uscire ma per un motivo all’uomo sconosciuto il suo guscio è più duro degli altri.
Ne vedo tanti di giovani depressi e svogliati, che non hanno voglia di vivere perché non possono avere il telefono all’ultima moda, beh, credo che Emanuele sia più vivo di loro, perché a lui basterebbe poter alzarsi da quel letto e tornare a mettere una corona di fiori al monumento di Salvo d’Acquisto per essere felice, perché il senso della vita in fondo non è altro che lottare per realizzare ciò in cui si crede, e lui sta lottando e lotterà fino all’ultimo respiro.
Con lui lotta la sua famiglia: mamma Eleonora, papà Elio , la sorella maggiore Elisa ,e tutti i parenti, lottano per dare a quel pulcino la miglior assistenza possibile, si, proprio cosi, perché tutto ciò che riesce a fare lo stato italiano è garantire un’ora di assistenza al giorno e un paio d’ore di fisioterapia la settimana, non riesce nemmeno a passare i pannolini sufficienti, figuriamoci se qualcuno si sogna di cercare un modo per farlo stare meglio, questa è l’Italia, un genitore deve smettere di vivere quando ha un figlio disabile grave, per di più per uno sbaglio medico, deve dare la sua vita per quel figlio, farsi carico della sua sofferenza, mescolarla al suo senso di colpa, al suo senso di impotenza e andare avanti. Da solo.
Ma si sa che a forza di dare, prima o poi le energie finiscono, e non si ha più niente da dare. Si ha spazio solo per la disperazione , si passano giorni e notti davanti allo schermo di un pc sperando di vedere scritto prima o poi su quel monitor che questo è solo un incubo e che tutto prima o poi tornerà come prima.Il motivo di questa mia lettera è questo: in Italia ci sono circa 5 mila associazioni, possibile che queste famiglie siano lasciate sole a se stesse? Nessuno può fare qualcosa?
L’assistenza materiale, psicologica ai malati e alle famiglie, dove sta?
Cosa c’è di cosi sbagliato nel voler andare a fare la spesa , nel voler fare la mamma anche agli altri figli sani se ce ne sono?
Cosa c’è di sbagliato nel voler essere ancora moglie, marito, uomo o donna oltre che padre?
Cosa c’è di sbagliato nel voler tenere il proprio figlio nella casa dove è cresciuto?
Cosa c’è nello sbagliato di volere un aiuto in questi casi?
Queste domande mi tormentano da oggi pomeriggio, e queste domande me le sto facendo in un paese dove i calciatori prendono miliardi per tirar calci a un pallone, i cantanti per fare delle canzoncine, i piloti di formula 1 per un’ora di gara.
Si sta chiedendo a un bimbo, a una mamma, a un papà, di non vivere perché per loro vivere costa troppo
A questo urlo il mio no, e dico Facciamo qualcosa tutti insieme per cambiare le cose.
LE COORDINATE BANCARIE PER AIUTARE EMANUELE SONO
Banca Popolare di Milano, filiale di Cologno Monzese ag.68 (MI)
Coordinate Bancarie "Salviamo Emanuele"
D 05584 32970
Conto Corrente n.500
codice IBAN: IT22 D 05584 32970 000000000500

Coordinate estere:

Cod. IBAN: IT22 D 05584 32970
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LA FAMIGLIA LO BUE RINGRAZIA DI CUORE CHI VOLESSE AIUTARE IL NOSTRO PICCOLO EMANUELE

Se volete contattarci, chiamate al numero 333 2915163 o visitate il blog di emanuele:
http://www.salviamoemanuele.blogspot.com

martedì 28 aprile 2009

JENNY ZAGAMI : Al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (Per Emanuele Lo Bue)
Egr. Presidente Berlusconi,
mi piacerebbe iniziare questa lettera dicendoLe "Egr. Signor Berlusconi" e non per irriverenza ma solo per abbattere qualsiasi distanza tra noi richiedenti e Lei. Mi rivolgo soprattutto all'uomo Berlusconi...un uomo che è marito, nonno, ma soprattutto PADRE ed in quanto tale con il cuore aperto a questa nostra supplica.
Dal 2007 l'Italia segue il drammatico caso del piccolo Emanuele Lo Bue.
Durante un ordinario intervento di appendicite, al cervello del bambino non viene erogato ossigeno per15 minuti : il danno alla corteccia cerebrale comporterà la diagnosi di coma neurovegetativo.
Un caso che strazia l'anima, ma in special modo la coscienza di un' intera collettività composta da gente semplice: ragazzi, madri, padri, operai, impiegati, professionisti...ma soprattutto Italiani...Italiani che si pongono una ed una sola domanda "COME MAI"????
COME MAI da due anni si è sordi alle richieste di aiuto di una madre e di un padre a cui l'incuria di alcune persone, atte a proteggere la salute pubblica, hanno irresponsabilmente scippato loro il DIRITTO di veder crescere il proprio bambino sano e gioioso??????
E COME MAI questi genitori così sofferenti e lacerati , devono ricercare da soli, senza alcun intervento da parte delle Istituzioni,ogni possibile e praticabile aiuto per supportare al meglio la qualità di vita (per quanto infelice) del loro bambino??????
E COME MAI essendo stato" il caso" veicolato attraverso i mass-media e molteplici canali di informazione, se noi tutti "comuni mortali" abbiamo avuto sentore e conseguenti contatti di solidarietà con i sigg. Lo Bue, solo chi sta nell' "acropoli" sembra non accorgersi o ,peggio ancora, sembra ignorare questo caso così doloroso????????
Particolarmente doloroso perchè il protagonista (e non per sua volontà) è un BAMBINO.....e i bambini sono sempre innocenti ed incolpevoli.
Ma possiamo attribuire quest' ultimo aggettivo "INCOLPEVOLE" a chi, rappresentando le Istituzioni, dunque ascoltando le istanze del popolo che rappresenta, sembra impermeabilizzato ed indifferente ad un caso umano come questo??????????
E COME MAI, di tutto ciò che è veicolato attraverso molteplici mezzi di comunicazione, arrivano ai Vertici Governativi soltanto gli argomenti e le tematiche pilotate e non l'esigenza di sopravvivenza ( ormai pubblicamente nota) di un'intera famiglia del cui dramma, in molti casi, se ne fa (ed è bruttissimo a dirsi) strumentalizzazione per fare odiens o per incrementare le vendite dei giornali????????
E' implicito che data la latitanza degli organi istituzionali preposti a dare ciò che è civilmente, moralmente e giuridicamente dovuto a questa famiglia, la stessa si rivolga, senza alcuna tutela, a tutti i circuiti promozionanti la propria sventura, nella speranza di riceverne qualsiasi supporto di mutuo soccorso.
E' facile comprendere che le aspettative sono state soventemente disattese.
Mi rivolgo a Lei, Presidente Berlusconi, poichè sono certa che da Premier e soprattutto da Italiano agli Italiani, Lei saprà dare le giuste risposte.
Con fiducia, Jenny Zagami ( Dipartimento SANITA' La Destra- Sicilia

domenica 26 aprile 2009





ECCO A VOI IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DEL FILO! BACI A TUTTI, SIAMO PRONTI A PARTIRE!

LA STORIA DI EMANUELE

La storia del Piccolo Carabiniere
28 settembre 2000: nasce Emanuele
La storia di mio figlio inizia come quella di tutti i bambini. Nasce da un amore e cresce in una famiglia come tante: mamma, papà, una sorella più grande, i nonni, gli zii.
E’ un bambino come gli altri, un angioletto pieno di vita e di cose da fare. Va a scuola volentieri, a quattro anni comincia a suonare il pianoforte, studia l’inglese, fa karate, gioca a calcio. E’ appassionato di astronomia e legge i libri di Margherita Hack, che lui chiama “la signora delle stelle”.
Da grande vuol fare il carabiniere. L’ha deciso il giorno in cui ha visto il film su Salvo D’Acquisto, quello con Massimo Ranieri. Dice che un carabiniere deve parlare l’inglese per svolgere indagini internazionali e deve essere un campione di karate per combattere contro i nemici. Perciò studia e si impegna al massimo. Tutti i giorni vuole passare davanti al monumento di fronte alla caserma di Cologno Monzese intitolata a Salvo, a due passi da casa nostra. E ogni 23 settembre (anniversario dell’eroico sacrificio di D’Acquisto) e ogni 25 aprile gli porta un mazzo di fiori.
Primavera 2007
Emanuele ha 6 anni. Frequenta la prima elementare. A marzo cambia scuola. Nuovi insegnanti, nuovi compagni. Lui si trova subito bene, è felice.
Studia. Corre la Stramilano. Il 17 maggio farà il suo secondo concerto di pianoforte. Gioca. Legge. A maggio diventerà cintura arancione di karate.
10 aprile 2007: mattina
Mio figlio ha mal di pancia. Viene il dottore e ci consiglia di andare al pronto soccorso.
Ospedale San Raffaele. Pronto soccorso. Attesa. Visita. Attesa. Esame. Attesa. Altro esame. Passano così otto ore.
Emanuele ha paura, è tutto nuovo per lui, non ha mai visto un dottore finora. Si sforza di restare tranquillo, vuol fare l’ometto. Solo lo sguardo impaurito tradisce la sua ansia. Lo tranquillizzo. Si fida di me, purtroppo, sono la sua mamma! Vuol fare il bravo: otto ore di visite e controlli senza un capriccio e senza mai dire no.
Finalmente la diagnosi: appendicite. Bisogna operare. Subito.
Lo accompagniamo in sala operatoria, mio marito e io. Lui ci arriva sulle sue belle gambette sane e forti. Sale da solo sul lettino. E’ impaurito ma non versa una lacrima.
10 aprile 2007: tarda serata
Tutto è pronto. Gli do un bacio. L’ultimo.
Aspettiamo in pediatria. Il lettino è pronto da ore. Nessuno ci dice niente. Preoccupazione. Ansia. Panico!
Ma ecco quattro dottori in camice. Chi sono?
“Signora, abbiamo avuto un problema: 15 minuti senza ossigeno al cervello!”
Cosa? Che vuol dire? Aspettate! Se ne vanno.
Noi non capiamo. Cos’è successo? Un problema! Che problema? Ossigeno? Cervello? CHE VUOL DIRE? Nessuno ci spiega niente. Incubo! Il pensiero si ghiaccia. Poi esplode.
Terapia intensiva.....
Emanuele il 10 aprile del 2007 entrò all'ospedale San Raffaele di Milano per una semplice operazione di appendicite, ma durante la preanestesia, non si sa ancora esattamenteper quale motivo, è rimasto in anossia per 15 minuti o più, successivamente è rimasto in terapia intensiva per 2 mesi e ha subito l'asportazione della tecafrontale perchè la pressione endocranica è aumentata a dismisura.Il 28 maggio 2007 è stato dimesso con la corteccia celebrale distrutta, il cervelloa macchia di leopardo, senza osso frontale e in stato di coma neurovegetativo ericoverato presso la clinica riabilitativa "La nostra famiglia" di BosisioParini (LC). Da allora viene nutrito artificialmente.Il 10 settembre è tornato al San Raffale di Milanp per rimettere la teca frontale è stato ricoverato presso la clinica di Bosisio.Emanuele ha subito in totale 5 operazioni. ATTUALMENTE E' A CASA DOVE HA BISOGNO DI ASSISTENZA 24 ORE SU 24

Potete trovare altre notizie su Emanuele al blog www.salviamoemanuele.blogspot.com... Il Filo Creativo di Flavia sosterrà questa causa... sempre in collaborazione con A.C.R.
Grazie a chi ci vorrà aiutare

STABILITà APPARENTE

Sono qui, ferma che guardo il mondo dalla finestra, vedo macchine che corrono a tutta velocità, qualcuno va al lavoro, qualcuno torna, e qualcuno vista l’ora sta andando a prendere i figli a scuola, poi un pranzo velocissimo e via a comprare le scarpe all’ultima moda, altrimenti… non si è al passo con i tempi.
Poi il mio sguardo cade sul giardino, sul cielo e sul mio cane… che bella la natura…. Che bei disegni!
E mi chiedo se la gente, quella che corre sempre, quella che vive di apparenza e materialismo, ha la mia fortuna, quella di poter ogni tanto stare ferma a osservare questa meraviglia.
Proprio mentre questi pensieri occupano la mia mente , apprendo la notizia del terremoto in Abruzzo,è successo stanotte mentre dormivo, dicono, ma io ne vengo a conoscenza solo adesso perché non avevo acceso la tv.
Guardo i servizi e sento che quasi 300 persone sono morte, e che in tantissimi hanno perso tutto, anche la dentiera, grida una signora tra le lacrime; tutti i ricordi di una vita spazzati via in 30 secondi, mentre qualcuno è triste perché ha perso la squadra del cuore, o perché a causa della crisi forse quest’anno non si potrà andare in vacanza…
Si vive per i beni materiali, ma poi in 30 secondi tutto può cambiare… e non si è più padroni di niente, se non della propria vita… se gli è rimasta.
Questo mi fa riflettere, mi chiedo se la gente che guardavo prima sfrecciava veloce in macchina, ci pensa mai che tutto questo può finire in un attimo? A volte a me capita di pensare a questo aspetto della vita, al fatto che anche se noi cerchiamo una stabilità sia in fatto sentimentale che in campo economico, niente è sicuro, niente è staile, e niente è completamente nelle nostre mani.
C’è sempre qualcosa o qualcuno al di sopra di noi che decide, qualcuno lo chiama Dio, qualcuno Halla’ , altri semplicemente energia… ma la sostanza non cambia.
Queste tragedie, dovrebbero fare capire alle persone che ogni attimo della nostra vita, va vissuto il più pienamente possibile, va vissuto cercando di amare le persone che ci stanno vicine, perché ogni attimo potrebbe essere l’ultimo su questa terra .
Spesso si tende a mettere le cose materiali prima delle persone, senza pensare che l’unico vero senso della vita è amare ed essere felici, e lo dobbiamo fare nell’attimo in cui ci si presenta l’occasione.
La cosa triste è che non solo mettiamo le cose materiali e futili, prima delle amicizie e degli affetti più cari, ma spesso il materialismo viene messo prima anche dei nostri sentimenti e della nostra felicità.
Quanti matrimoni sono basati su motivi diversi dall’amore, quanti figli non parlano con i genitori, quanti fratelli non si sentono per anni, quanti amici si perdono di vista… solo perché questo sentimento non era abbastanza “ conveniente” ?
Sembra assurdo, ma è così. Ma questa convenienza alla fine dove porta?
Per caso qualcuno di noi va a finire in un modo diverso da un altro alla fine di questa avventura chiamata vita? Non mi sembra, tutti diventiamo cenere, o no?
A questo punto meglio essere felice e dare un senso a tutto questo mentre siamo vivi, meglio fare adesso qualcosa di bello perché domani potrebbe essere troppo tardi! Oggi bisogna stare con le persone che amiamo, perché ogni giorno che viviamo ,ogni momento, se lo viviamo male, se non siamo felici, nessuno ce lo ridarà indietro per riviverlo!
Credo che proprio quelle persone che ora stanno vivendo il dramma del terremoto abbiano capito il senso della vita. Chi ha ritrovato una persona cara ancora viva sotto le macerie, in questo momento sta ringraziando Dio anche se ha perso tutto il resto, e chi ha perso qualcuno di caro
forse proprio adesso si rende conto che la cosa più importante l’ha persa… e non era la casa.
Anche tutte le persone che adesso stanno aiutando in ogni modo le persone colpite da questa terribile tragedia, stanno capendo…che il senso della vita è dare se stesso per gli altri, il senso della vita a volte è stare a fianco a una persona che sta morendo…perché è troppo grave x essere salvata… e la cosa migliore da fare è stare vicino a lei, tenerle la mano fino al suo ultimo respiro..per poi girarsi e andare a salvare qualcun altro, e ascoltare il grido d’aiuto di qualche fratello che adesso ha bisogno di lui.
Penso che questo sia il vero senso della vita, amare fino all’ultimo chi ha bisogno del nostro amore, ascoltare i fratelli e sentire il loro grido di aiuto, fare del nostro meglio per aiutarlo, e cosi facendo, saremo veramente felici anche noi.
Solo quando c’è una grande sofferenza si muove questa grande forza chiamata Amore, quella forza universale che unisce tutti allo stesso modo, sia quelli che credono in Dio o in Halla o in pinco pallino… Amore. Semplicemente Amore. Questa è l’unica cosa stabile della vita… il resto è una stabilità apparente.
Non so se sia una coincidenza o è solo il caso ma sono successe due tragedie nelle vicinanze di due feste importanti questa in Abruzzo vicino a Pasqua e il maremoto qualche anno fa vicino a Natale…. Due feste che dovrebbero essere religiose… ma che ultimamente rappresentano solo cioccolata e panettoni….
Facciamo in modo che tutto questo porti a riflettere e ad amare…. Almeno la vita di queste persone non sarà finita inutilmente.
Un bacio
Fla